Il diritto alla previdenza

Il diritto alla previdenza

15 Set Il diritto alla previdenza

Il diritto alla previdenza è irrinunziabile ed inalienabile, non può essere negoziato e transatto perché presiede a diritti inviolabili posti a tutela dell’ordine pubblico. L’esistenza di contratti atipici di lavoro non possono violare tali principi che sono tutelati dal nostro ordinamento giuridico.

In caso di omissione contributiva totale o parziale, il datore di lavoro è tenuto a risarcire il lavoratore dipendente, ma anche il prestatore di lavoro para-subordinato (autonomia della prestazione con coordinamento e collaborazione continuativa), del danno previdenziale subito, quand’anche fosse solo potenziale, allorché il rapporto di lavoro fosse ancora in corso.

E’ il caso, più volte affrontato da questo Studio Legale, dei professionisti convenzionati o comunque titolari di rapporti di lavoro a termine rinnovati senza soluzione di continuità con la Asl che è stata condannata al risarcimento del danno in forma generica (in un caso anche liquidando il pregiudizio subito, avendo il lavoratore raggiunto l’età pensionabile) in favore di sociologi, pedagogisti e psicologi cui l’Azienda Sanitaria non aveva versato i dovuti contributi previdenziali sin dall’inizio del rapporto.

Il Tribunale, pressoché all’unanimità, ha stabilito che è senz’altro dovuto il risarcimento del danno, anche in forma generica, per la tutela di un’aspettativa previdenziale legittima la cui violazione determinerà un pregiudizio concreto ed attuale, quindi liquidabile nel quantum, al momento in cui il prestatore di lavoro sarà posto in trattamento di quiescenza con la perdita totale e/o parziale della propria prestazione previdenziale.

Si è così aperta una strada che consentirà a tutti i professionisti del SSN (convenzionati ACN ex Sumai, operatori consultoriali e dei servizi) di ottenere il giusto risarcimento per l’omissione contributiva della ASL  e poter godere, al raggiungimento dell’età pensionabile, di una somma destinata a colmare la ridotta prestazione previdenziale ricevibile. Per molti professionisti si è trattato di colmare un vuoto contributivo di oltre un decennio che avrebbe pesato significativamente sulla futura prestazione previdenziale e, per l’effetto, sulla loro qualità di vita futura.

Conteggi alla mano, la parziale omissione contributiva determinerà, al raggiungimento dell’età pensionabile, un abbattimento sostanziale delle somme percepite in corso di rapporto di lavoro che non consentirà anche solo il soddisfacimento dei bisogni alimentari.

– E. Romanello



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